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I pipistrelli del Forte di Gavi

Sabato 23 settembre in occasione della Giornata Europea del Patrimonio, l’ente la organizzato al Forte di Gavi una serata divulgativa dedicata ai pipistrelli a cura della guardiaparco Mara Calvini naturalista esperta di chirotteri, l’ordine con il quale vengono classificati questi piccoli mammiferi volanti.

La relatrice ha presentato al pubblico anche i dati dei monitoraggi effettuati nella fortezza di Gavi dal 2018 al 2023; è emerso che la specie predominante è il Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) seppur con pochi individui: un massimo di 10, nelle polveriere, nel periodo estivo e di 3 in inverno, nelle ex celle dove le condizioni microclimatiche sono favorevoli alla specie; molto probabilmente però sono presenti altri individui, di altre specie, negli interstizi delle volte in pietra dei locali della fortezza.

Rinolofo maggiore al Forte di Gavi – foto M.Calvini 18/1/23

Sono state infatti osservati diversi individui in volo e uno, accidentalmente caduto a terra, è stato identificato come Pipistrello di Savi (Hypsugo savii).

I monitoraggi vengono effettuati in due periodi durante l’anno: in estate per il monitoraggio delle colonie riproduttive e in inverno per le colonie svernanti, secondo le Linee guida ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per il monitoraggio dei Chirotteri con le indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia

Tutte le specie di chirotteri sono protette a livello europeo ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE recepita da tutti i Paesi facenti parte dell’Unione. Oltre alla tutela e alla conservazione delle specie, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha l’obbligo di redigere il Rapporto nazionale periodico (ogni 6 anni) a partire dai risultati del monitoraggio che le Regioni sono tenute a trasmettere secondo quanto previsto dall’articolo 11 della stessa Direttiva. 

Per il futuro, date le caratteristiche del Forte che offre una varietà di potenziali rifugi per i pipistrelli, sarebbe interessante intensificare le indagini con un monitoraggio mensile o ogni due mesi per valutare meglio l’utilizzo dei diversi ambienti e delle aree di caccia.

Tra gli obiettivi dell’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese vi è infatti quello di conoscere l’andamento delle popolazioni dii chirotteri attraverso il controllo sistematico dei loro dormitori estivi e siti di svernamento.

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