Biodiversità: il tessuto vivente del Pianeta

Biodiversità: tutti ormai conoscono questa parola, che nel tempo ha assunto attraverso i media i connotati più ampi, talvolta poco attinenti con l'intento e il significato originali del termine. Coniata dal biologo conservazionista E.O.Wilson, la parola deriva da "biology" e "diversity", e identifica la sottile membrana vivente che avvolge il pianeta, diversificatasi in milioni di anni di evoluzione partendo da uno schema base genetico comune a tutti gli esseri viventi, un tessuto fatto di rapporti e relazioni che formano una complessa rete auto organizzata costituita da microrganismi, funghi, animali, piante che utilizzano e trasformano in un ciclo incessante i materiali organici e inorganici per realizzare il proprio ciclo vitale. Inoltre, la biodiversità rappresenta una ricchezza fondamentale per la nostra specie, come sottolinea lo stesso Wilson:"Il mondo naturale offre una molteplicità di valori nell'educazione, esplorazione, godimento estetico e insostituibili prodotti e servizi". Da questi presupposti nasce la Biologia della conservazione, una scienza multidisciplinare sviluppata in tempi recenti, sui cui fondamenti etici e scientifici si basa l'istituzione delle Aree protette, il cui lavoro principale consiste nel creare sinergia ed equilibrio tra le esigenze socio economiche delle comunità locali e gli aspetti di gestione e conservazione delle risorse naturali e biologiche dei territori amministrati. Una (breve) parentesi sulle specie e le popolazioni Una delle basi della pratica della conservazione è il concetto di popolazione biologica, costituita da membri appartenenti alla medesima categoria sistematica fondamentale, ovvero alla medesima specie. Nella realtà infatti le unità fondamentali su cui basare le azioni di conservazione sono le specie, il cui concetto è tutt'altro che semplice e ben definito, ma che rappresenta un punto fermo per distinguere un gruppo animale o vegetale da un altro e operare così interventi di gestione mirati e corretti. Sostanzialmente una specie è caratterizzata da un insieme di individui liberamente interfecondi, isolati riproduttivamente da altri insiemi di individui anche filogeneticamente imparentati e che di solito sviluppano comportamenti propri occupando una particolare nicchia ecologica nell'ecosistema. Non sempre, tuttavia, è semplice riconoscere o separare una specie da un'altra, come ben sanno i botanici. Anche su mammiferi come i pipistrelli avvengono delle rivoluzioni nella sistematica, separando a un tratto in due specie distinte popolazioni che a prima vista sembravano appartenere alla stessa. A complicare le cose vi possono essere svariate forme di transizione e di ibridazione con produzione di prole fertile tra popolazioni biologiche che dovrebbero essere (in teoria) nettamente separate. Per comprendere questi concetti, Se avete ancora un attimo di pazienza, ci portiamo fuori dallo spazio e dal tempo per guardare come in un film lo svolgersi di tutta la vita sulla Terra dall'inizio. Avendo sott'occhio in un colpo solo tutto ciò che è vissuto in tre miliardi e mezzo di anni, saremmo in grado di distinguere in ogni punto esattamente quando una specie si trasforma in un'altra? La risposta è no. Le singole specie sfumano l'una nell'altra senza interruzione, attraverso periodi di stasi e trasformazione fino all'eventuale estinzione della linea di discendenza, improvvisa o graduale che sia: se voglio classificare una determinata specie posso farlo solo attraverso la visione limitata e parziale della realtà e del tempo in cui mi trovo o, nel caso della paleontologia, di una particolare epoca passata. Ogni essere vivente è infatti la forma momentanea di un processo biologico ininterrotto di antenati e discendenza, su su fino agli albori della vita. Una specie è quindi una entità in continua evoluzione, uomo compreso, motivo per il quale la Storia naturale non è fatta di tante comparse fisse messe in fila, ma da un intricato cespuglio con tante diramazioni quante sono le forme biologiche che si diversificano, le quali rimangono più o meno "collegate" tra loro a seconda del grado di parentela genetica nel grande albero dell'Evoluzione. La classificazione delle specie rappresenta pertanto un ordine schematico degli esseri viventi fissato in uno spazio temporale ben definito. (alcuni approfondimenti qui, qui e qui) Biodiversità nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo La "materia prima" della conservazione è rappresentata quindi dalla conoscenza delle specie presenti in un territorio : questa sezione, in pratica un "Atlante della biodiversità", vi guida alla scoperta di flora e fauna del comprensorio montuoso delle Capanne di Marcarolo e del lavoro del naturalista impegnato nell'affascinante (e faticoso) mondo della ricerca di campo. Buona visione!