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ENTE DI GESTIONE DELLE AREE PROTETTE DELL’APPENNINO PIEMONTESE

Riserva del Neirone

Riserva del Neirone di Gavi

Dal primo gennaio 2016 è operativo l’Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese; la nuova legge regionale n. 19 del 3 agosto 2015 “Riordino del sistema di gestione delle aree protette regionali e nuove norme in materia di Sacri Monti. Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità). “ istituisce infatti il nuovo Ente che gestisce ora oltre al Parco naturale delle Capanne di Marcarolo anche la Riserva naturale del Neirone di Gavi.

L’Appennino piemontese è situato nella parte sud orientale del Piemonte, al confine con la Liguria. Il territorio, ricco di emergenze naturalistiche, storiche, culturali ed enogastronomiche, ospita il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, la Riserva naturale del Neirone, un Sito di Importanza Regionale (S.I.R.), cinque Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e due Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) della Rete Natura 2000.

La Regione Piemonte con D.G.R. n. 20-3221 del 2 maggio 2016, ha inoltre delegato all’Ente la gestione del Sito della Rete natura 2000 SIC IT180011 “Massiccio dell’Antola, Monte Carmo, Monte Legnà”.

La Regione riconosce l’importanza dell’ambiente naturale in quanto valore universale attuale e per le generazioni future e definisce le modalità per la conservazione della biodiversità e per la gestione e per la promozione dei territori facenti parte della rete ecologica regionale. 
Inoltre la Regione garantisce la partecipazione attiva delle comunità locali ai processi di pianificazione e di gestione sostenibile e di promozione delle aree protette e ne valuta le proposte, le istanze e le progettualità in rapporto alla finalità generale.
In attuazione de suddetti principi la legge regionale prevede: 
a) l’istituzione della rete ecologica regionale e la carta della natura regionale;
b) l’individuazione del sistema regionale delle aree protette istituendo e classificando le diverse aree in relazione alle differenti tipologie e finalità di tutela;
c) l’individuazione  delle modalità di gestione delle aree protette;
d) l’individuazione delle modalità di promozione territoriale delle aree protette;
e) la delega della gestione delle aree incluse nella rete Natura 2000 ad enti territoriali e ad enti strumentali;
f) la determinazione delle risorse finanziarie per l’attuazione delle previsioni normative stabilite dalla presente legge e le modalità di trasferimento ai soggetti gestori.”.

L’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese è inoltre stato riconosciuto con provvedimento del Responsabile del Settore Biodiversità e Aree naturali D.D. n. 276/2016, quale Centro di referenza per la gestione di specie animali selvatiche denominato “Erpetofauna”, in associazione con l’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino.

L’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese è anche Ente associato del Centro di referenza per la gestione di specie animali selvatiche denominato “Grandi carnivori”, che ha come Ente titolare del Centro l’Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime.

 

APPROFONDIMENTI

3 commenti

  • Carlo carrea

    La riserva è praticamente abbandonata .ponti mancanti dal 2015 sentire in parte non puliti (da rami e erbe) gestione dell’area insoddisfacente da parte dell’ente .sembra abbandonata

  • Ente di Gestione delle Aree Protette dell'Appennino Piemontese

    Gent.mo Carlo Carrea,
    l’Ente per le proprie disponibilità economiche e di personale, a partire dall’anno 2016 (anno di delega della gestione della Riserva da parte della Regione Piemonte), ha provveduto alla manutenzione ordinaria dei sentieri e alla vigilanza dell’Area, apponendo tra l’altro le previste Tabelle segnaletiche di confine.
    L’Ente ha provveduto inoltre a rimuovere gran parte dei rifiuti (di ogni genere e dimensione) che l’alluvione aveva riversato sul Torrente e sule Aree limitrofe. Avrà letto di tali attività documentate anche dai media locali.
    L’Ente ha poi risistemato la percorribilità del sentiero lungo il Neirone, ma per questioni economiche e di titolarità non ha ancora sistema gli attraversamenti (che non sono comunque in disponibilità e di proprietà dell’Ente).
    In questi giorni il personale dell’Ente sta manutentando il sentiero che dall’abitato di Gavi porta al Forte e prossimamente verranno riposizionate le bacheche divelte sempre durante l’evento alluvionale.

    L’Ente ha anche collaborato con privati e Associazioni per raccogliere le memorie degli abitanti di Gavi e per non perdere importanti elementi e ricordi del Neirone, approfittiamo di questa occasione per invitarla alla proiezione del documentario sul Neirone il primo settembre p.v. al Teatro di Gavi.

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