Sentieri

Sentiero della Pace

Segnavia:

 

 Località di partenza e arrivo: Cascina Benedicta

 

   Dislivello: Modesto

 

  Tempo di percorrenza: 1.30 ore

 

 Difficoltà:  T

 

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L’itinerario segue un percorso ad anello di circa 5 Km caratterizzato da modeste pendenze ed è parte integrante del progetto “La Benedicta Parco della Pace”, nato per ricordare l’eccidio partigiano avvenuto nella primavera 1944 e per promuovere la zona monumentale ad esso dedicata. La presenza di pannelli esplicativi richiede un tempo di percorrenza di almeno due ore, ma è bene prevedere una sosta più lunga: è infatti consigliata la visita al Sacrario, che ricorda tutti i caduti in seguito agli eventi tragici della Benedicta, all’area delle “Fosse dei Martiri”, dove i partigiani catturati durante il rastrellamento del 6 aprile 1944 vennero fucilati e sommariamente sepolti in fosse comuni, e ai ruderi della Cascina Benedicta, valorizzati grazie a un intervento di recupero, restauro e consolidamento finanziato dalla Regione Piemonte.

Ruderi di Cascina Benedicta

La partenza dell’itinerario coincide con l’antica corte interna alla cascina, delimitata da una recinzione lignea e circondata dalle murature superstiti. Davanti all’ingresso della corte è stata creata una fascia di rispetto che coinvolge anche l’antistante Strada Provinciale, pavimentata utilizzando conglomerato cementizio colorato, ciottoli di fiume e inerti naturali allo scopo di evidenziare l’ipotetico antico tracciato della “Strada Cabanera” e l’intersezione a valle con la strada poderale del Mulino Vecchio. Il percorso perimetrale all’interno dei ruderi consente di percepire l’estensione dell’antico impianto dell’edificio, in origine una “grangia” benedettina. Il restauro ha riportato alla luce la soglia d’ingresso della cappella (lato ovest), il forno e la neviera, dislocata a breve distanza, nell’ombra del bosco di castagni che lambisce i muri perimetrali.

La neviera della Benedicta, rivestita in pietra e scavata nel terreno per una profondità  di circa 5 metri, era in origine chiusa da un tetto a volta, oggi crollato. Con l’arrivo dell’inverno veniva riempita con strati di neve pressata alternati a spesse coltri di foglie secche, che avevano la funzione di isolante termico; le fredde giornate invernali trasformavano velocemente la neve in ghiaccio, che si conservava inalterato per tutto il periodo primaverile-estivo. Prima della diffusione dell’energia elettrica il ghiaccio era un prodotto molto prezioso, utilizzato per la conservazione degli alimenti, per la cura di diverse patologie e per la preparazione di dolci e sorbetti. Era richiesto soprattutto nelle città , dove veniva trasportato sui carri trainati dai buoi e venduto sotto forma di blocchi protetti da sacchi di iuta.

In corrispondenza della neviera si incontra il primo degli otto pannelli che accompagnano il visitatore lungo un percorso storico e sociale dedicato al tema della pace. Dal primo pannello l’itinerario si inoltra nel bosco salendo rapidamente di quota fino raggiungere la Cascina Pizzo, recentemente ristrutturata, che ospita il Centro di Documentazione del Parco della Pace. Dopo averla costeggiata per un tratto, il sentiero si immette sulla Strada Provinciale in corrispondenza della località  “I Foi”, toponimo dialettale giustificato dalla presenza di una bella faggeta, e prosegue sulla sinistra, imboccando una pista forestale in discesa di semplice percorrenza.

In corrispondenza del Mulino Nuovo, oggi adibito a rifugio gestito dal Club Alpino Italiano, l’itinerario curva decisamente a sinistra, abbandona lo sterrato e si inoltra nel bosco lungo un incantevole sentiero ombreggiato e fresco anche per la presenza, poco più sotto, delle acque limpide e scroscianti del Rio del Mulino. In breve si giunge al Mulino Vecchio: esso fu costruito nel 1500, in sostituzione di un primo mulino i cui resti sono ancora visibili poco più sotto, e per lungo tempo costituì un importante punto di riferimento per gli abitanti di Capanne di Marcarolo, che vi conferivano le loro modeste produzioni di cereali e castagne per la macinazione. Rimase in attività  fino al 1958, quando la ruota fu asportata e trasferita al Mulino Nuovo, che, a sua volta, continuò l’attività  fino al 1960. Oggi il Mulino Vecchio è stato ristrutturato e ospita l’Ostello del Parco della Pace. Sono ancora visibili le opere idrauliche di derivazione e regimazione delle acque e la copertura in scandole in legno di uno dei locali accessori, situato poco lontano.

Il sentiero che si stacca dal Mulino Vecchio è ampio e percorre un altro bel tratto di bosco, dove è possibile ammirare esemplari di buone dimensioni di orniello, faggio, rovere, castagno e acero. I grandi alberi hanno intorno a sé un sottobosco piuttosto rado, e questo può facilitare l’incontro, agli escursionisti silenziosi, con i due ungulati del Parco, il capriolo (Capreolus capreolus) e il cinghiale (Sus scrofa), prede favorite del predatore per eccellenza: il lupo, la cui  presenza elusiva è monitorata già  da qualche anno. Attraversato il guado sul Rio Benedicta, che può presentare qualche problema solo in caso di piogge intense, il sentiero prosegue in una galleria di fronde: in corrispondenza di una prateria, che lentamente i cespugli di biancospino (Crataegus monogyna) e di rosa canina (Rosa canina) stanno colonizzando, si gode uno bel panorama sul Monte Tobbio e il Monte delle Figne, le cime più alte che il Parco può vantare.

Dall’ultima area di sosta si raggiunge in pochi minuti la Strada Provinciale, ritornando al punto di partenza.

Per completare l’itinerario storico naturalistico dedicato alla Benedicta si può raggiungere con altri 45 minuti di cammino la localiità  Tana del Lupo, dove un gruppo di partigiani trovò rifugio per una sola notte, prima della cattura e della fucilazione. E’ parte integrante del percorso del Parco della Pace la visita all’Ecomuseo di C.na Moglioni, situato a soli 15 minuti di cammino. 

Per maggiori informazioni su “La Benedicta – Parco della Pace” e sulle vicende storiche che hanno caratterizzato l’altopiano di Marcarolo e la provincia di Alessandria durante la Seconda Guerra Mondiale contattare: 

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