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Divieto di raccolta dei palchi dei cervidi in Piemonte

Nelle Aree Protette dell’Appennino Piemontese non è molto diffusa la pratica della “caccia ai palchi” ma è comunque utile ricordare che la legge regionale n. 25 del 19 ottobre 2021 vieta “la ricerca e la raccolta dei palchi dei cervidi nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 marzo. La raccolta è consentita a far data dal 1° aprile, secondo specifica regolamentazione, ai soggetti autorizzati dai comitati di gestione e dai concessionari delle aziende faunistico-venatorie e agri-turistico-venatorie e dagli enti di gestione delle aree protette”.

La sanzione amministrativa prevista è di 400,00 euro in misura ridotto (da euro 200,00 a euro 1.200,00) per la raccolta dei palchi dei cervidi nel periodo di divieto; 200,00 euro in misura ridotto (da euro 100,00 a euro 600,00) per la raccolta nel periodo successivo al 31 marzo, senza la prescritta autorizzazione.

Cosa sono i palchi?

I palchi sono le appendici frontali che caratterizzano i maschi dei cervidi ossia la famiglia animale alla quale appartengono cervi, caprioli e daini.

Sono formati da tessuto osseo, come le ossa somatiche, e come tali sono ampiamente vascolarizzati attraverso una membrana, chiamata “velluto”, che li ricopre e che viene perso al termine dell’accrescimento.

I palchi hanno la loro funzione principale nel periodo riproduttivo in quanto testimoniano il vigore fisico dell’animale sia per attrarre le femmine sia a scopo difensivo.

I palchi a volte vengono confusi con le “corna” che sono invece tipiche delle specie che appartengono alla famiglia dei bovidi (camoscio, stambecco, muflone, ecc) e che sono invece costituite da cheratina, la stessa proteina dei nostri capelli e delle nostre unghie e sono a crescita continua e non, quindi, rinnovati annualmente

La crescita e la successiva caduta dei palchi vengono regolate da due ormoni: l’ormone somatotropo, che ne determina la crescita, ed il testosterone, che è un ormone squisitamente maschile; quest’ultimo, invece, determina la progressiva ossificazione dei palchi e, quindi, la chiusura dei vasi che li nutrono e di conseguenza l’arresto della crescita, il distacco del “velluto” e infine la caduta dei palchi.

Qual è il motivo dietro questo divieto?

Si potrebbe pensare che se i palchi sono caduti non servono più all’animale e quindi non c’è niente di male se si raccolgono.

La risposta sta invece nello stress degli animali.

Il periodo di caduta dei palchi, infatti, è particolarmente delicato per i cervidi, indeboliti dall’inverno e costretti dunque a dosare le loro energie fino a che non hanno ricostituito le riserve. Entrare nel loro territorio in cerca di palchi significa esporli a un forte stress e, visto che sono costretti a evitare gli umani, a uno spreco di preziose energie che potrebbero essere investite in attività più utili (per esempio nutrirsi). Troppo movimento nel territorio di un cervide che ha appena perso i palchi potrebbe spingerlo al digiuno forzato, e persino alla morte per fame.