Oggi nell'Appennino

Fior stecco, Narciso e Campanellino. La stagione delle fioriture avanza

Daphne mezereum L., chiamata ‘Fior stecco’ è una delle specie i cui fiori emanano un profumo particolarmente gradevole.

La stagione delle fioriture ha finalmente preso vigore, non sono soltanto i colori ad attirare la nostra attenzione: anche i profumi iniziano a distrarre il camminatore e spesso con un’intensità che sembra voler anticipare i caldi aromi dell’estate. In questo momento dell’anno i boschi sono punteggiati di piccoli arbusti ancora privi di foglie, ricamati di rosa carico, quasi rosso: sono i fiori di Daphne mezereum L..

Narcissus pseudonarcissus L., il Narciso trombone non è infrequente nell’area del Parco ma è molto raro altrove.

Gli ambienti più aperti ospitano il Narciso trombone, amato dai raccoglitori quasi quanto l’affine Narciso selvatico (Narcissus poëticus L.) per la sua bellezza. Entrambe la specie tendono a formare popolamenti densi, con centinaia di esemplari. Giova perciò ricordare che entrambe le specie – come tutte le altre che intendiamo mostrare in questa pagina – rientrano tra quelle protette in maniera assoluta dalla Regione Piemonte, per le quali cioè non è consentita la raccolta.

Leucojum vernum L., Campanellino

Anche se meno minacciato di altre specie del Genere Leucojum, anche il Campanellino è considerata una specie in rarefazione, per tali ragioni e per le motivazioni più generali e di carattere prettamente normativo espresse sopra ne scoraggiamo la raccolta.
Quanto può essere più efficacie una fotografia ravvicinata, possibilmente fatta con l’ausilio di un’ottica macro, dell’estirpazione di un esemplare?

fotografia ravvicinata di un fiore di Campanellino

Secondo noi molte di più sono le ragioni che dovrebbero farci avvicinare alla fotografia, poche o nessuna quelle a favore della raccolta: una pianta recisa, specie se selvatica, perde rapidamente il proprio slendore e spesso non arriva integra nemmeno sino a casa, disidratandosi in manera rovinosa nel cofano o, ancora più repentinamente, sopra il cruscotto dell’auto. Esistono anche ragioni meno pratiche ma più ‘alte’: una fotografia può essere condivisa con tante persone, un fiore estirpato con poche soltanto ma, soprattutto, un fiore tolto dal bosco è una possibilità in meno che lasciamo agli altri di godere delle meraviglie di cui vorremmo – anche se in modo assolutamente effimero – appropriarci.

Sino ad oggi questa rubrica ci ha fatto scoprire già cinque delle specie protette dalla legislazione regionale, le volte scorse parlammo dell’Erica carnicina (Erica carnea L.), dell’Anemone montana (Pulsatilla montana (Hoppe) Rchb.) e del Bucaneve (Galanthus nivalis L.), quest’ultimo spesso confuso con il Campanellino. La cosa non è affatto strana in quanto entrambe le specie appartengo alla stessa Famiglia, le Amarilidacee. Compresi nella medesima famiglia sono anche i narcisi, facilmente riconoscibili però per la caratteristica forma a tubo della parte centrale del fiore (paracorolla).
Qual è il modo per distinguere il Campanellino dal Bucaneve?
In realtà è molto semplice: è sufficiente guardare con attenzione un fiore (magari ruotandolo verso di noi in maniera da osservarne la fauce, l’interno) e capire se i tepali – abbiamo già affrontato la questione petali / tepali quando parlammo dello Zafferano selvatico – sono tutti uguali tra loro o se invece si differenziano in esterni e in interni: in questo caso gli esterni, a fioritura completata, saranno aperti all’indietro; mentre gli interni saranno richiusi tra loro e avranno la parte terminale divisa in due lobi.
Nel primo caso saremo di fronte ad un Campanellino (petali uguali); nel secondo si tratterà di un Bucaneve (tepali differenti).

Galanthus nivalis L., Bucaneve, sono evidenti i tre grandi tepali esterni che racchiudono i tre tepali interni, più piccoli. Il fiore mostrato in foto è sbocciato da poco, in séguito i tepali esterni si apriranno all’indietro, lasciando trasparire meglio la parte interna dell’infiorescenza.

Il Campanellino ha inoltre una fioritura meno precoce e pur formando popolamenti spesso densi, non si aggrega in nuclei fitti come il Bucaneve.

Ma dove è possibile trovare queste specie? Sono diversi gli itinerari che permettono di incontrarle ma tra tutti vi suggeriamo uno dei più noti e dei più belli: il sentiero che dal Ponte Nespolo conduce ai Laghi del Gorzente. Questo scenografico percorso permette inoltre di osservare anche l’Erica carnicina, specie molto rara nel Parco. Per osservare il Bucaneve, invece, bisognerà spostarsi verso l’Alta Val Lemme.


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