Oggi nell'Appennino

L’elemento mediterraneo nella flora dell’Appennino piemontese

Le Aree Protette dell’Appennino piemontese ospitano, oltre ad altri territori, anche il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo e la Riserva Naturale del Neirone di Gavi. In entrambe queste aree si rinvengono numerose specie a gravitazione mediterranea; esse si possono suddividere in tre gruppi principali: specie stenomediterranee o eumediterranee, distribuite essenzialmente lungo le coste del Mediterraneo (mediterranee in senso stretto); specie eurimediterranee o submediterranee che, pur avendo la distribuzione principale lungo le coste,  possono però irradiarsi all’interno del territorio, spingendosi anche a quote più elevate; specie mediterranee montane, presenti sulle montagne che bordano il bacino mediterraneo.

 


Vengono qui prese in considerazione alcune specie appartenenti al primo gruppo, particolarmente significative dal punto di vista ecologico e corologico. In linea di massima si tratta di specie  che mancano in Piemonte o che sono comunque molto rare e generalmente accantonate in aree di rifugio che godono di condizioni microclimatiche particolarmente favorevoli come la regione delle Langhe e le oasi xerotermiche della Val di Susa. Vengono pertanto dati cenni sulla loro distribuzione nelle suddette Aree Protette e nel resto del Piemonte.

Per quanto riguarda il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo le specie mediterranee si rinvengono soprattutto nelle parti più basse del territorio, che ovviamente sono quelle più calde e asciutte, come i Laghi della Lavagnina e le basse Valli dei torrenti Gorzente e Piota. E’ da notare che alcune di queste specie appaiono negli ultimi anni in espansione, probabilmente favorite dall’innalzamento delle temperature invernali e da una più marcata siccità estiva.

Cistus salviifolius L. (Cistaceae) 
E’ abbastanza frequente al margine dei boschi a Quercus pubescens, spesso con Erica arborea, come lungo la riva del Lago inferiore della Lavagnina, in bassa Val Piota fino a circa 470 m di quota, alle pendici del M. Colma (tra i 450 e i 500 m); sulla sponda destra del Gorzente, poco prima della sua confluenza nel Piota, si trova poi una cospicua popolazione che si affaccia su una parete rocciosa ed in primavera produce vistose fioriture bianche. In Piemonte è presente nelle Langhe, in Monferrato e nella bassa Val di Susa.

Erica scoparia L. (Ericaceae)
Mentre Erica arborea è diffusa in tutto il Parco, risalendo fino a quote di 800 m, ed è frequente in vari settori del Piemonte meridionale,  E. scoparia è specie assai più rara; è stata rinvenuta soltanto nella parte sud-occidentale del Parco e precisamente sulle pendici occidentali del Bric Conchini e su quelle meridionali del Bric Vesolina, dove è presente con piccole popolazioni in praterie arbustate con E. arborea, a quote comprese tra i 600 e i 750 m circa. Questa specie non è mai stata segnalata per il Piemonte.

Melilotus neapolitanus Ten. (Leguminosae)
Numerosi esemplari crescono in un’area sabbiosa in vicinanza del Gorzente, poco prima della sua confluenza nel Piota. In Piemonte è noto in provincia di Alessandria presso Cantalupo Ligure in Val Borbera e nella zona di Spigno Monferrato. Nell’Erbario Pedemontano di Torino esistono anche exsiccata raccolti all’inizio del ‘900 provenienti da varie località: Lerma, Val Gorzente, Acqui (Pistarino et al., 1999).

Tordylium apulum L. (Umbelliferae)
Un’unica stazione lungo la strada asfaltata che conduce ai Laghi della Lavagnina, dove alcuni esemplari si rinvengono in incolti erbosi aridi. Non esistono segnalazioni per il Piemonte.

Pimpinella tragium Vill. (Umbelliferae)
Rinvenuta soltanto in pineta alle pendici del M. Tobbio e sulle rupi lungo il sentiero del Lago inferiore della Lavagnina. In Piemonte è nota per le Alpi Marittime e nell’Appennino al M. Tobbio.

Antirrhinum latifolium Mill. (Scrophulariaceae)
E’ diffuso sulle rupi nelle seguenti aree: Lago inferiore della Lavagnina, basse Valli del Gorzente e del Piota, Valle del Ro Lavagetta, Lago Badana. In Piemonte è presente nel Cuneese, nelle Langhe e in Val Borbera.

Reichardia picroides (L.) Roth (Compositae)
Rinvenuta esclusivamente sulle rupi lungo la riva del Lago inferiore della Lavagnina. In Piemonte è presente in Val di Susa, nelle Langhe ed in provincia di Alessandria a Grondona ed a Stazzano.

Hyoseris radiata L. (Compositae)
Alcuni esemplari in incolti erbosi a monte dell’abitato di Voltaggio. Pignatti (1982) non la riporta in Piemonte ma Pistarino et al. (1999) la segnalano tra Vignole Borbera e Stazzano; esistono poi antiche segnalazioni in Gola (1912) per le seguenti località dell’Appennino in provincia di Alessandria: Voltaggio, verso M. Tobbio (che sembra corrispondere alla stazione di cui sopra), Casaleggio, Mornese, Lerma.

Urospermum dalechampii (L.) F.W. Schmidt (Compositae)
Un’unica stazione con pochi esemplari che crescono sulle rupi lungo il tratto inferiore del Rio Tavolin, affluente del Rio Acquestriate che a sua volta confluisce nel torrente Lemme. In Piemonte è segnalato nell’Appennino e nel Cuneese.

Juniperus oxycedrus L. (Cupressaceae)
E’ stato rinvenuto un solo esemplare, molto annoso e di grandi dimensioni, sul pendio sovrastante il Lago inferiore della Lavagnina, in una pineta rada a Pinus pinaster con Erica arborea nel sottobosco. In Piemonte è noto da tempo nelle oasi xerotermiche della media Val di Susa (Mondino, 2007).

Briza maxima L. (Gramineae)
Ritrovata in incolti aridi nelle tre stazioni seguenti: Val Piota inferiore, Acquestriate e Lago inferiore della Lavagnina. Secondo Pignatti (1982) manca in Piemonte ma Pistarino et al. (1999) la segnalano nella zona di Spigno Monferrato.

Lolium rigidum Gaudin (Gramineae)
E’ stato rinvenuto in pratelli aridi ai Laghi della Lavagnina, in bassa Val Piota e tra le Capanne superiori di Marcarolo e i laghi del Gorzente. In Piemonte Pignatti (1982) lo riporta genericamente raro nella Padania e in zone collinari circostanti e Pistarino et al. (1999) lo segnalano nella località di Tronzano in provincia di Vercelli.

Piptatherum miliaceum (L.) Cass. (Gramineae)
Trovato recentemente in un’unica stazione di pochi esemplari nella bassa  Val Piota. Non è mai stato segnalato in Piemonte.

Crocus biflorus Mill. (Iridaceae)
E’ noto in una sola stazione in cui alcuni esemplari crescono in un incolto erboso nelle vicinanze del Gorzente poco prima della sua confluenza nel Piota. In Piemonte è segnalato nei pressi di Alba e a Castell’Alfero in provincia di Asti.

Colchicum neapolitanum (Ten.) Ten. (Liliaceae)
Rinvenuto in zone prative della bassa Val Piota, della bassa Val Gorzente e nella Valle del Rio Lavagetta. Mancano riferimenti precisi per il Piemonte, tranne una segnalazione di Pignatti (1982) a Millesimo che però si trova in Liguria in provincia di Savona.

Numerose sono poi le specie euri- o submediterranee presenti e tra queste ne ricordiamo solo alcune degne di nota per la loro rarità sia nel Parco sia nel resto della regione.

Aristolochia rotunda L. (Aristolochiaceae)
E’ relativamente frequente in luoghi erbosi al Lago superiore della Lavagnina, nella bassa Val Piota, vicino al Sacrario della Benedicta nei prati sotto C. Moglioni e C. Merigo mentre risulta assai rara nel resto del Piemonte. Questa specie è anche biologicamente importante poiché costituisce la pianta nutrice del bruco del Lepidottero Zerynthia polyxena.

Trifolium stellatum L. (Leguminosae)
Rinvenuto esclusivamente in incolti aridi sopra Voltaggio. Pignatti (1982) lo segnala genericamente per il Piemonte ma secondo la Checklist della Flora Italiana (2005) la sua presenza è dubbia.

Ventenata dubia (Leers) Coss.  (Gramineae)
Una sola stazione nota in luoghi erbosi aridi della bassa Val Piota. In Piemonte è segnalata solo nelle Langhe.

Prospero autumnale (L.) Speta (Liliaceae) (Syn. Scilla autumnalis L.)
Una piccola popolazione in una zona prativa della bassa Val Piota. Pignatti (1982) e Pistarino et al. (1999) la citano genericamente come rara per il Piemonte. Il secondo autore riporta anche antiche segnalazioni per Capriata d’Orba e Casale in provincia di Alessandria. Secondo la Checklist (2005) la sua presenza in Piemonte è dubbia.

Loncomelos narbonensis (Torn. in L.) Raf. (Liliaceae)  (Syn. Ornithogalum narbonense L.) 
Pochi esemplari al margine di un prato alle pendici del M. Colma. In Piemonte è segnalato nelle Langhe e nel Cuneese ma secondo la Checklist (2005) la sua presenza in questa regione è dubbia.


Anche per quanto riguarda la Riserva Naturale del Neirone, che si trova alle immediate spalle dell’abitato di Gavi, vengono qui prese in considerazione alcune delle specie mediterranee più significative.

Quercus ilex L. (Fagaceae)
Recentemente sono stati rinvenuti due esemplari di leccio su una falesia verticale utilizzata come palestra di roccia: il ritrovamento potrebbe rivestire notevole significato fitogeografico in quanto si tratta di una specie rarissima, allo stato spontaneo, in Piemonte e mai segnalata in provincia di Alessandria. Come è noto essa è presente oggi in un piccolo numero di esemplari solo in un paio di stazioni della media Valle di Susa (Mondino, 2007).

Centranthus ruber (L.) DC. (Valerianaceae)
Cresce in abbondanza sulle mura del Forte di Gavi dove forma vistosi cespi in piena fioritura nel mese di maggio. La specie è rara nel resto del Piemonte dove è segnalata nelle Langhe, in Val di Susa e a Villadeati in provincia di Alessandria (Pistarino et al., 1999).

Salvia verbenaca L. (Labiatae)
Numerosi esemplari nei pratelli aridi intorno al Forte di Gavi. Secondo Pignatti (1982) manca in Piemonte ma Pistarino et al. (1999)  la segnalano nelle Langhe e in provincia di Torino.

Arum italicum Mill. (Araceae)
Alcuni esemplari si rinvengono sul versante meridionale di M. Moro lungo la stradella che sale al Forte. Nel resto del Piemonte è noto nelle Langhe (Abbà, 1990), a Pecetto in provincia di Torino e a Pombia in provincia di Novara (Pistarino et al., 1999).

Ricordiamo infine le seguenti specie già citate per il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo: Antirrhinum latifolium, frequente su rupi e muri nel versante meridionale di M. Moro; Hyoseris radiata, comune in incolti erbosi aridi e sulle mura del Forte di Gavi; Crocus biflorus, presente in una stazione di pochi esemplari in un pratello sottostante il Forte di Gavi; Colchicum neapolitanum, frequente in luoghi erbosi aridi.


LETTERATURA CITATA

ABBA’ G., 1990 – La  flora delle Langhe. Amici del Museo “F. Eusebio”, Alba.

CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (Eds.), 2005 – An Annotated Checklist of

the Italian Vascular Flora. Palombi Ed., Roma.

GOLA G., 1912 – La vegetazione dell’Appennino piemontese. Ann. Bot. 10: 189-338.

MONDINO G.P., 2007 – Flora e Vegetazione del Piemonte. L’ Artistica Ed., Regione Piemonte.

PIGNATTI S., 1982 – Flora d’Italia. Edagricole, Bologna.

PISTARINO A., FORNERIS G., FOSSA V., 1999 – Le collezioni di Giacinto Abbà. Museo

Regionale di Scienze Naturali Torino, Stampa Mariogros Torino.


 

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