Appennino News

Avviata la Procedura decisionale partecipata finalizzata alla redazione di un Piano locale per la gestione degli “ibridi” lupo-cane nella popolazione del corridoio appenninico piemontese

Giovedì 10 febbraio si è svolto, in modalità on line, il primo di una serie di incontri sulla gestione degli ibridi di lupo con cane, nell’ambito di una procedura decisionale partecipata con l’obiettivo finale di redigere un Piano locale condiviso

Il tavolo di confronto, impostato secondo metodologie standard già sperimentate dall’Ente, a partire da metà degli anni 2000, con buoni riscontri, per la redazione e l’approvazione di piani, progetti, regolamenti anche di importanza comunitaria, ha la finalità di attivare un processo decisionale inclusivo mettendo in relazione tutti i soggetti portatori di interesse sulla tematica in oggetto.

A seguito della conferma genetica da parte del Laboratorio dell’Area per la Genetica della Conservazione BIO-CGE di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) della presenza “localizzata” di ibridi con l’interessamento di un branco riproduttivo nella zona a sud del territorio acquese che comprende anche siti Natura 2000 di Importanza Comunitaria, l’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese ha immediatamente avviato le opportune procedure previste dall’azione C5 del progetto LIFE WOLFALPS EU relative al contrasto dell’ibridazione lupo-cane.

La prima iniziativa è stata la sottoscrizione di un accordo di collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, ente che ha maturato 15 anni di esperienza sulla problematica dell’ibridazione, per organizzare e realizzare sul campo una prima sessione di cattura e sterilizzazione degli ibridi, a carattere sperimentale, applicando le metodiche previste dalle linee guida della Commissione Europea.

Parallelamente, l’Appennino Piemontese ha organizzato, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, una Procedura decisionale partecipata finalizzata alla gestione dell’ibridazione lupo – cane nella popolazione del corridoio appenninico piemontese e alla redazione di un Piano locale dedicato.

Al primo tavolo sono stati invitati tutti i soggetti interessati alla gestione del fenomeno dell’ibridazione del lupo sull’Appennino ligure-piemontese: le Regioni Piemonte e Liguria, i Comuni, le Province di Alessandria, Asti e Savona, i Comandi regionali dei Carabinieri forestali di Piemonte e Liguria, l’ARPA, il Servizio Veterinario dell’ASL di Alessandria e Asti, il Parco del Beigua, il Parco Paleontologico astigiano, le Aree Protette del Po piemontese, le Università di Torino e Genova, i GAL e le Unioni Montane, gli ATC, le associazioni agricole e degli allevatori, le Associazioni venatorie, le Associazione ambientaliste e le agenzie locali di promozione turistica.

Al fine di avviare un confronto dialettico sul tema dell’ibridazione del lupo, il tavolo partecipativo si è aperto con tre brevi interventi di esperti in materia: Francesca Marucco, professoressa dell’Università di Torino e responsabile scientifica del progetto Life WolfAlps EU, Willy Reggioni responsabile del servizio conservazione della natura del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano  e Luigi Molinari, tecnico faunistico del Wolf Apennine Center.

Francesca Marucco ha introdotto l’incontro illustrando gli elementi principali del Progetto Life WolfAlps EU e il contesto delle strategie di monitoraggio e gestione del lupo in Piemonte. Nel suo intervento ha ricordato che in provincia di Alessandria, dal 2004, è operativo un network per il monitoraggio del lupo, che sta raccogliendo informazioni importanti sul branco dell’acquese con individui ibridi. Ad oggi, per fortuna, questo è l’unico caso in Piemonte di ibridazione che coinvolge uno dei due soggetti riproduttori. Essendo un evento molto localizzato è oltremodo importante quindi intervenire con tempistiche quanto più veloci possibili. La Marucco ha infine informato i partecipanti che a marzo verrà pubblicato il report sul monitoraggio del lupo in Regione Piemonte con un dettaglio per la provincia di Alessandria con i dati di presenza dei branchi sul territorio.

Willy Reggioni nel suo interventoha chiarito le motivazioni per le quali l’“ibridazione antropogenica”, quindi causata direttamente o indirettamente dalle azioni antropiche, è una minaccia per la conservazione del patrimonio genetico del lupo. L’ibridazione che interessa il lupo in Italia è definibile come “intra-specifica” perché riguarda individui che appartengono alla stessa specie. L’ibridazione è un problema per via della possibile “introgressione”, ovvero l’incorporazione dei  geni del cane nel patrimonio genetico del lupo. L’ibridazione con estesa introgressione, che si definisce “sciame ibrido”, può essere causa di una vera e propria “estinzione genomica”. Le Aree Protette dell’Appennino Piemontese partono da una situazione non così problematica in quanto il fenomeno è estremamente contenuto, per cui con interventi immediati ed efficaci, in parte già previsti dal progetto Life WolfAlps EU.

Luigi Molinari ha presentato esempi di gestione del fenomeno dell’ibridazione del lupo in Italia, con particolare riferimento ai progetti Life IbriWolf  e Life M.I.R.C.O.- Lupo e al progetto in Toscana coordinato dal Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari. In totale i soggetti ibridi complessivamente gestiti sono stati 44.

Molinari ha inoltre spiegato quali sono le attività di campo necessarie per la cattura e la captivazione dei soggetti ibridi e le relative procedure burocratiche autorizzative per gli interventi operativi e per la realizzazione delle strutture di detenzione temporanea o definitiva degli animali.

Al termine degli interventi degli esperti si è lasciato spazio alle domande dei partecipanti grazie alle quali si sono chiariti e approfonditi alcuni aspetti delle prossime azioni che verranno attivate dall’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese.

Sono state divulgate le tempistiche per i prossimi interventi: nell’ambito della convenzione il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano metterà a disposizione la professionalità del proprio personale e, entro i primi giorni di marzo, contrattualizzerà un tecnico per le operazioni di cattura e un veterinario. Nel mese di marzo verrà inoltre organizzato un workshop per l’organizzazione delle attività di cattura degli ibridi e la formazione del personale dei partner di progetto. A partire quindi dalla fine del mese di marzo si dovrebbe essere operativi sul territorio. Contestualmente si intensificheranno le attività di foto-trappolaggio per monitorare gli spostamenti degli ibridi e individuare i siti idonei per le future sessioni di cattura.

Nel corso del dibattito si è inoltre discusso della comunicazione. Spesso infatti il tema ibridazione viene trattato, in maniera consapevole o meno, veicolando informazioni non corrette o addirittura utilizzato fake news per sminuire o screditare la gestione del lupo. È importante quindi una corretta informazione, con la comunicazione dei dati in maniera rapida e trasparente, da affiancare agli interventi sul campo.

Molto importante è stato il chiarimento sugli obiettivi di questa prima fase di monitoraggio e gestione dell’ibridazione in Piemonte; il primo sarà quello di iniziare a dare una dimensione alla problematica valutando la prevalenza dell’ibridazione, ossia l’incidenza dell’ibridazione sui branchi stanziali delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese; un altro obiettivo è quello di verificare l’efficacia e l’efficienza, nonché la sostenibilità nel lungo periodo, di soluzioni gestionali, che verranno sperimentate in questa area con fondi LIFE, e potranno essere esportati su area vasta per minimizzare i danni dell’ibridazione. 

Il secondo incontro della procedura decisionale partecipata sarà organizzato sabato 5 marzo e darà la possibilità di partecipare a tutti i portatori di interesse (allevatori, agricoltori, cacciatori, ambientalisti, operatori turistici, associazioni di categoria, enti, ecc) inviando una richiesta alla email apapwolfalps.life@gmail.com

SCARICA LA LOCANDINA