Visitare il Parco

I torrenti del Parco

Il Parco è interamente compreso in una formazione geologica denominata ‘Gruppo di Voltri’ è che è costituita prevalemtemente da rocce serpentinitiche.

Tra le caratteristiche di queste rocce vi è la loro poca permeabilità all’acqua. Non stupirà perciò, di fronte ad una carta escursionistica dell’area, notare quanti sono i torrenti che solcano questi territori: partendo da sinistra (cioè da Ovest) incontriamo lo Stura (di Ovada), il Piota, il Gorzente e il Lemme.
Questa ricchezza d’acqua è favorita anche da precipitazioni elevate che nel tratto dello spartiacque appenninico raggiungono i 2000 mm annui.
Tutti questi torrenti, pur essendo sensibili all’andamento della piovosità, sono abbastanza ricchi d’acqua per tutto l’anno, tanto che non impropriamente potremmo chiamarli fiumi.
Uno dei più importanti, anche per la sua collocazione nel cuore del Parco, il Gorzente, è regimato dalla fine dell’800 da tre invasi artificiali all’inizio del suo corso (Laghi del Gorzente o di Lavezze: Lago Lungo, Bruno e Badana) e da uno verso la fine del suo corso, pochi chilometri prima della confluenza col Piota (Lago della Lavagnina).

Alta Val Gorzente, sullo sfondo il Lago Lungo

Tutti confluiscono a valle direttamente nell’Orba, ad eccezione del Gorzente che, come ricordato sopra, si getta nel Piota.
Questi quattro principali fiumi hanno affluenti, questi sì a regime marcatamente torrentizio, che meritano certamente un cenno per la loro bellezza e naturalità: sono spesso ambienti intatti dove l’uomo vi s’inoltra davvero poco.

Sorgenti del rio dell’Orso

Citeremo i più importanti, partendo dai tributari dello Stura: lo Sturetta (a volte nelle vecchie carte è indicato come Stura) che nasce ai Piani di Praglia (Ceranesi – Ge) e che segna un tratto del confine sudorientale del Parco; il Rio dell’Orso (chiamato anche Fregeu, dal nome di una cascina ormai più presente solo nelle carte) che dal Monte Vesolina scende attraversanto una delle zone meno frequentate di tutto il Parco, in particolare della sua porzione meridionale; il Rio della Carpa, ricco di zone umide e di orchidee rarissime e il Rio Vezzulla (o Garrone).

Il Rio Vezzula o Garrone, sullo sfondo il Monte Poggio (1081 m s.l.m.)

I tributari del Piota: tra i tanti rii che scendono dal Pra Cabàn e dalla Colma ricordiamo il Rio del Ghiro, dove ci sono sorgenti importantissime cui si deve l’approvvigionamento idropotabile di un migliaia di persone e il Rio dello Scorzarino che si getta nel Piota dopo aver scavato salti e cascate inavvicinabili all’escursionista non preparato.
Il Gorzente ha la maggior quantità di tributari, anche perché il suo corso attraversa la zona più vasta di tutto il comprensorio: non possiamo però non ricordare il Rio del Mulino; il Rio Vergone, i Rii delle Figne (sono due) e il Rio degli Eremiti che segna un ampio tratto del confine Nord del Parco.
Il Lemme anch’esso riceve i torrenti che provengono dalle montagne impervie, abrupte del Monte delle Figne, del Monte Taccone e del Monte Leco: non sono tanti ma sono tutti imperdibili: il Rio dei Crovi, con i suoi Frassini maggiori e le sue zone umide ricchissime di felci e di vita vegetale e animale; il Rio Acquestriate, che a sua volta beneficia degli splendidi – da valle a monte – Rii Barabin e Tavolin, con le sue stazioni di piante insettivore.
Insomma un territorio dove davvero l’acqua non manca e dove sono ancora tante le opportunità di esplorazione escursionistica. Una sola accortezza: l’unico corso d’acqua – ma fortunatamente anche uno dei più scenografici – affiancato da sentieri segnalati è il Gorzente nel tratto dal Ponte Nespolo al Lago Bruno e dalla confluenza col Rio Eremiti al Lago della Lavagnina. Per tutti gli altri bisognerà armarsi di carta escursionista, buoni scarponi, costume da bagno (durante i mesi estivi) e … tanta voglia di arrampicarsi su per le rocce.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.